La tavola rotonda sul tema Innovazione (coordinata da Mariella Berra del Dipartimento culture, politica e società dell’Università di Torino) si è svolta nella giornata conclusiva degli Stati generali delle donne, che dal 25 settembre al 28 settembre a Milano hanno raccolto i risultati di un percorso che ha coinvolto tutte le regioni italiane. La tavola rotonda si è articolata in due sessioni: Donne scienza conoscenza e Innovazione tecnologica digitale sociale e territoriale. Ci si vuole riferire qui in particolare all’Innovazione scientifica con i contributi di S. Passamonti (Università di Trieste e Donne e Scienza), L. Gardossi (Università di Trieste), M.L. Paciello (INFN e Donne e Scienza), O. Di Carlo (INFN e Donne e Scienza ).
La Piattaforma d’azione per l’uguaglianza, lo sviluppo e la pace di Pechino era suddivisa in dodici “aree critiche”: gli ostacoli al miglioramento della condizione delle donne, con un’analisi del problema e con gli obiettivi strategici che governi, organizzazioni internazionali e società civile dovevano perseguire. Dal capitolo 4 “Obiettivi strategici e azioni”, paragrafo B. “Istruzione e formazione” riporto qui una citazione sulla scienza e sulla tecnologia:
“L’istruzione ad alto livello in materie scientifiche e tecnologiche prepara le donne ad assumere un ruolo attivo nello sviluppo tecnologico e industriale dei loro Paesi e richiede un approccio diversificato ai programmi educativi e tecnici. La tecnologia sta rapidamente cambiando il mondo…… È essenziale che le donne non soltanto possano beneficiare della tecnologia, ma che esse partecipino al processo dalla fase di creazione all’applicazione, e dal controllo alla valutazione”.
Dopo Pechino, durante questi anni, un ruolo rilevante nel processo verso l’equità di genere lo ha giocato l’UE che l’ha posta come uno dei suoi cinque pilastri fondamentali; negli anni ’90 la UE portò a una revisione delle politiche di genere fino ad allora adottate, e pose una grande attenzione alla scienza. Peraltro tutta l’attività promossa negli ultimi 15 anni da questa istituzione, attraverso specifiche azioni positive, non ha intaccato i fattori che limitano l’equità effettiva tra uomini e donne nella scienza, soprattutto ai livelli decisionali; infatti questo problema è multidimensionale: è legato ai sistemi organizzativi e alla relazione tra individui e organizzazioni più che a specifici interventi.
In quest’ottica, dal 2011, sono stati attivati dalla UE vari progetti nei quali si propone, per le questioni di genere, un approccio sistemico e integrato all’analisi delle strutture (di gestione e di ricerca) nelle istituzioni scientifiche, per un loro cambiamento.
Dalla chiara sintesi di Mariella Berra (coordinatrice della tavola rotonda):
[…] la carriera nelle attività scientifiche rappresenta una specie di corsa a ostacoli. Una mediazione continua con un mondo del lavoro costruito a misura di uomini, supportati dal lavoro delle donne. Il mito e il costo dell’eccellenza: costituiscono un impedimento per individuare standard e priorità utili per costruire una comunità di lavoro umanamente più appagante e più efficiente (L. Gardossi e S. Passamonti).
[…] Un suggerimento generale emerso dall’incontro è di passare dalla logica dell’“agire sulle donne all’“agire sul sistema”, integrare specifiche misure per le donne con misure che propongano un’analisi e un approccio sistemico e integrato in tutti i settori delle organizzazioni sociali.
[…] Per le attività scientifiche, ma non solo, un buona proposta viene dal progetto GenisLab1, presentato da M.L. Paciello e O. Di Carlo (INFN e Donna e scienza). In particolare è interessante il modello di competenze, in esso realizzato, nato per orientare la gestione delle risorse umane (RU) nella valutazione di tutto il personale nell’ INFN. Questo modello è ispirato al CERN Competency Model (CCM), “approvato dalla dirigenza, fondamentale per un trasparente ed efficiente funzionamento del laboratorio con l’obiettivo di “accrescere l’equità, l’oggettività e la trasparenza nella gestione delle RU”.
[…] Un altro suggerimento riguarda il metodo del gender budgeting per osservare con regolarità l’assegnazione di fondi in funzione dell’equità di genere; www.genislab-fp7.eu.
Il gender budgeting è un documento di bilancio, riclassificato in ottica di genere per rendere i criteri amministrativi trasparenti rispetto a eventuali disparità di genere, in cui le voci del bilancio (preventivo e consuntivo) debbono essere tutte disaggregate per genere. Il bilancio non è uno strumento neutro, ma riflette la distribuzione di potere esistente nelle istituzioni e i suoi differenti effetti sulla vita di uomini e donne poiché diverso è il loro ruolo, capacità e responsabilità nella famiglia, nella società, nel lavoro: queste differenze sono strutturate in modo da svantaggiare le donne nella società e nel lavoro.
L’introduzione della metodologia del gender budgeting richiede scarse risorse: occorre osservare con regolarità l’assegnazione di fondi in funzione dell’equità di genere; il gender budgeting serve a garantire uguali opportunità tra donne e uomini nell’assegnazione, nella gestione e nell’utilizzo delle risorse: dall’analisi delle voci di bilancio, con dati disaggregati per genere, si possono riscontrate criticità a sfavore delle donne; dal confronto dei bilanci di due anni successivi si può verificare quanto la condizione di genere sia variata. Per esempio, grazie al gender budgeting svolto all’NFN abbiamo rilevato, dall’analisi dei gruppi di ricerca, della loro composizione e dei fondi loro assegnati, che i gruppi di ricerca con un maggior numero di donne ricevono fondi minori: una correlazione inversa che si ritrova con lo stesso andamento nel report UE “She Figures 2013 Gender in Research and Innovation”2.
Il grafico qui sotto sintetizza l’organizzazione della intera tavola rotonda, Donne e innovazione, e gli interventi che hanno portato molte esperienze e hanno offerto un primo e utile spunto per disegnare il tema complesso della innovazione, degli strumenti attraverso cui si crea, delle condizioni che richiede, dei bisogni che deve soddisfare e delle azioni necessarie per portarla avanti. (Maria Luigia Paciello)