di Patrizia Colella – Dirigente scolastica – ASS. Donne e Scienza.
All’interno del PNRR Italia ed in particolare nel PIANO SCUOLA FUTURA la parità di genere compare molte volte e rappresenta una delle “priorità principali” in tema di inclusione sociale. Per cercare di diminuire il divario di genere, il piano agisce in due modalità:
- tramite investimenti diretti per favorire e qualificare l’occupazione femminile
- attraverso stanziamenti indiretti, come i 3,6 mld per gli asili nido e 1 mld per le scuole dell’infanzia, con il fine di ridurre gli ostacoli che complicano la partecipazione femminile al mercato del lavoro.
Tra i dispositivi diretti a favorire e qualificare l’occupazione, il piano prevede l’innalzamento della formazione professionale delle donne attraverso, per esempio, l’accesso alla formazione terziaria (diploma ITS) nonché il rafforzamento delle competenze in ambito STEM per le donne (Scienza, tecnologia, ingegneria e matematica).
Infatti nel PIANO SCUOLA FUTURA è presente la linea di investimento NUOVE COMPETENZE E NUOVI LINGUAGGI (https://pnrr.istruzione.it/competenze/nuove-competenze-e-nuovi-linguaggi/) che con un budget di 1,1 mld, persegue esplicitamente l’obiettivo di garantire pari opportunità e uguaglianza di genere, in termini didattici e di orientamento, rispetto alle discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) per tutti i cicli scolastici, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado, con focus sulle studentesse e con un pieno approccio interdisciplinare
Proprio in questo anno scolastico poi tutte le istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione sono state chiamate (con scadenza dicembre 2022) a definire il proprio progetto di scuola per il prossimo triennio 22/25 (PTOF – piano triennale dell’offerta formativa per il triennio) con un richiamo esplicito da parte del ministero a guardare agli obiettivi di SCUOLA FUTURA 4.0.
La struttura PTOF prevede di includere un vero e proprio piano strategico triennale di miglioramento nel quale vengono definite le priorità strategiche e i traguardi quantitativi (in termini di esiti) ad essi collegati e che la scuola intende perseguire nel triennio di riferimento compresa la transizione digitale!
Gli impegni dichiarativi della maggior parte delle scuole conterranno tra gli obiettivi prioritari l’intenzione di perseguire l’obiettivo delle pari opportunità e uguaglianza di genere in termini didattici e di orientamento, rispetto alle discipline STEM riducendo il proprio gap di genere nelle STEM anche in vista della transizione digitale!? Molto probabile!
Definiranno un traguardo quantitativo? Poco probabile!
I traguardi di miglioramento nelle scuole vengono definiti a partire da un percorso guidato fondato sui dati restituiti alle scuole da INVALSI, attraverso il RAV – Rapporto di autovalutazione.
INVALSI fa periodicamente una operazione di grande valore di elaborazione di BIG DATA, restituendo alle scuole un gran numero di indicatori (alcuni sono triennali e altri annuali) che mettono a confronto la singola scuola con le medie territoriali e nazionali.
Affinchè una scuola possa individuare una criticità e definire un traguardo è necessario che tale criticità emerga dai dati ma, la scelta degli indicatori quantitativi da parte di INVALSI, come l’assenza della disaggregazione per genere dei dati restituiti impedisce di mettere a fuoco il problema e/o della presenza di un qualche divario di genere e distoglie lo sguardo da un problema comunque noto e richiamato più e più volte a livello nazionale.
Insomma una scuola secondaria di primo grado, a meno di non raccogliere dati direttamente e autonomamente, non sa come si distribuiscono per genere i suoi studenti e studentesse nel passaggio alla scuola di primo grado alla scuola di secondo grado non sa cioè quante studentesse sono andate verso i percorsi tecnico scientifici e può così ignorare la presenza e l’ampiezza di un gap di genere nella STEM tra la propria utenza, e questo pur essendo noto a livello ministeriale da più di un ventennio
- della persistenza di un divario di genere importante in ambito tecnico scientifico (segregazione orizzontale)
- della relativa precocità della scelta nel nostro sistema di istruzione (14 anni) e della difficoltà ad intraprendere successivamente un percorso post secondario tecnico scientifico in assenza di adeguate competenze di base (curriculi deboli)
Analogo ragionamento per le scuole secondarie di secondo grado per il passaggio alla formazione superiore. Eppure il dato implementare il dato di genere sarebbe una sciocchezza: per esempio nella sezione dei dati forniti da INVALSI una singola scuola può trovare la seguente tabella:
Distribuzione percentuale degli studenti immatricolati all’Università per area disciplinare
le percentuali sono riferite alla singola scuola per tutti gli ambiti disciplinari (14 ambiti: da scienze motorie ad architettura) e confrontate con le medie territoriali: nessuna disaggregazione per genere!
In definitiva come spesso è accaduto in passato NO DATA – NO BPROBLEM – NO POLICY
Tornando al ruolo e alle potenzialità della scuola, non possiamo non considerare una grande occasione offerta da una azione indiretta del piano PIANO SCUOLA FUTURA, rappresentata dalla linea di investimento per le infrastrutture per la realizzazione della transizione digitale (https://pnrr.istruzione.it/infrastrutture/scuole-4-0-nuove-aule-didattiche-e-laboratori/) che con 2,1 mld sta finanziando tutte le scuole secondarie di secondo grado per la realizzazione di laboratori per l’avvicinamento alle professioni digitali del futuro (transizione digitale)
Le indagini qualitative come per esempio Il Report “The Future of Jobs Report 2020” Realizzato dal World Economic Forum (Ottobre 2020) forniscono una panoramica delle tendenze del mercato del lavoro a breve periodo attuale, permettendo al sistema di istruzione e formazione di intravedere il futuro prossimo e di pianificare e mettere a punto strategie per ridurre il divario tra competenze dei giovani e richieste del mercato to del lavoro.
Nuove tecnologie quali modellizzazione 3D, cloud computing, big data e e-commerce, crittografia, cyber security …stanno entrando sempre di più in tutti i settori produttivi e sono destinate a guidare il futuro lavorativo in tutti i settori anche quelli più tradizionali o apparentemente ancorati a competenze di ambito umanistico che si stanno ibridando appoggiandosi alle potenzialità delle nuove tecnologie. Così sta già cambiando ed aumenterà sempre di più la domanda di nuovi ruoli e competenze professionali: le competenze digitali a livello medio ed avanzato, in associazione con altre competenze specifiche di settore, saranno così a breve imprescindibili per l’inserimento lavorativo.
E le ragazze in tutto questo?
Come è noto alcune variabili del contesto socio culturale di origine influenzano le scelte formative e risultano fattori predittivi in relazione alla probabilità di proseguire gli studi dopo il diploma fino a completare gli studi universitari. E questo anche in relazione agli indirizzi di studio.
Fattore predittivo come già accennato è rappresentato dal curricolo del corso di studi secondario frequentato: per esempio l’analisi della composizione della popolazione dei laureati, per tipo di diploma, degli ultimi anni mostra stabilmente che il 75/80 % (8/10) proviene da un liceo e del restante 20% solo il 2,5% viene dai percorsi di istruzione professionale.
Fattore predittivo a parità di altre variabili e’ rappresentato dai gradi di libertà di ciascuno e ciascuna intesi come la concreta possibilità sociale e culturale di proiettarsi verso un certo tipo di studi (al di là della presenza/assenza di ostacoli reali).
Tanti studi focalizzano l’attenzione sulla presunta necessità di un” talento” per poter affrontare alcuni ambiti di studio e formazione e parallelamente altri sottolineano la scarsa percezione di autoefficacia in alcuni ambiti disciplinari da parte delle ragazze, scarsa efficacia alimentata ancora da comportamenti e stereotipi impliciti ed espliciti.
La scuola non può perdere anche questa ulteriore occasione e deve creare a tutti i livelli scolari le condizioni per aumentare i gradi di libertà di tutte e di tutti!
Dobbiamo trovare la strada per far nascere il desiderio e appassionare le ragazze alla tecnologie, alla programmazione e al digitale in generale.
Questo non può essere un compito affidato ai soli insegnanti di matematica o di discipline scientifiche/ tecniche, è in realtà una responsabilità di tutti in quanto attiene ad una nuova dimensione professione e ad una nuova prospettiva e rappresentazione culturale del sapere.