Risentito con l’università di Bari che, pur di incentivare le ragazze a iscriversi alle facoltà scientifiche, ha ridotto loro le tasse, Pillon teorizza in un post che le ragazze non si iscrivono in massa a ingegneria mineraria per una legge di natura che le spinge a preferire l’ostetricia.
“È naturale che i maschi siano più appassionati a discipline tecniche, tipo ingegneria mineraria, mentre le femmine abbiano una maggiore propensione per le materie legate all’accudimento, come ostetricia”.
Teorico della disparità di genere, ha sentito il bisogno di ribadire che certi mestieri sono più adatti ai maschi e altri alle femmine sbandierando presunte leggi di natura per nascondere sicuri ritardi di cultura.
La zappa sui piedi se l’è data, però, con la prima affermazione, clamorosamente contraddetta dall’esempio di Emma Strada (1884-1940), prima donna a conseguire la laurea in ingegneria in Italia.
Emma, infatti, progettò e diresse i lavori per la realizzazione di una “galleria di ribasso” in Valle d’Aosta, funzionale a drenare l’acqua da una miniera di pirite cuprifera. L’impegno durò due anni e non lo fece dal suo studio a Torino, ma in cantiere a Ollomont, lavorando da mattina a sera. Seguirono altre importanti opere e un percorso accademico.
Anche l’universo delle invenzioni tecnologiche non è tutto maschile: le donne che hanno influenzato il progresso, grazie a grandi idee, sono tantissime. Eccone alcune, inventrici autodidatte.
La sega circolare fu una idea di Tabita Babbit. La progettò nel 1810 dopo aver visto quanta fatica facevano il padre e gli uomini della sua famiglia, tutti boscaioli, a tagliare gli alberi con gli strumenti di allora. Il primo modello era alimentato a pedale. Purtroppo non ha mai ottenuto il brevetto, ma ha migliorato la vita lavorativa di milioni di lavoratori.
Mary Anderson, invece, inventò i tergicristalli nel 1905. Viaggiando in autobus si era resa conto di quanto fosse pericoloso guidare con pioggia: oltre alla visibilità limitata, i conducenti si sporgevano dal finestrino per cercare di pulire il vetro, mettendo a repentaglio la sicurezza dei passeggeri.
La lavastoviglie è stata progettata da Josephine Cochrane nel 1886 per risparmiare tempo e fatica nel lavaggio di piatti, posate e bicchieri. Non era un’inventrice di professione, ma fu sicuramente una visionaria dalle intuizioni geniali.
Hedy Lamarr, diva degli anni Quaranta, aveva un’intelligenza geniale: inventò e brevettò la tecnologia oggi utilizzata per la telefonia mobile e per le comunicazioni wireless: Wi-fi, Bluetooth e Gps.
E per finire, Samantha Cristoforetti, ingegnera, astronauta e aviatrice, sarà la prima donna europea a guidare una stazione spaziale internazionale. Accadrà nel corso della Expedition 68 che la vedrà in orbita nel 2022.
Lo ha annunciato l’Agenzia Spaziale Europea. “Onorata, non vedo l’ora”, ha detto Cristoforetti. Con buona pace di chi pensa che le donne siano per natura portate solo ad accudire.
La scienza ha sempre di più il volto delle donne. Evviva!
Sara Sesti