Scienza e tecnologia intendono migliorare le vite umane e risolvere cruciali problemi globali. Tuttavia la loro governance può invece generare ingiustizie sociali, crisi ambientali e conflitti su scala mondiale. Inoltre, studi sull’innovazione di genere dimostrano come la tecnologia possa amplificare posizioni sessiste e discriminatorie quando stereotipi di tipo sociale, di genere ed etnico vi vengo trasmessi –consapevolmente e non- già dalle fasi di progettazione. I valori e l’etica sono per questo fondamentali nella ricerca scientifica per garantire integrità e credibilità.
In questo convegno, l’Associazione Donne e Scienza intende riflettere sui valori che guidano la scienza in ottica di genere: Qual è l’immaginario dominante che ruota intorno alla scienza? In quanto parte della comunità scientifica ci riconosciamo in questa visione? Possiamo accettare un percorso di carriera segnato da precariato, forte competizione e incoraggiamento a una produzione scientifica che privilegia la quantità alla qualità, nonché difficoltà a conciliare i tempi di vita e lavoro? Perché le ragazze non scelgono alcuni ambiti scientifici? Come ci poniamo a livello individuale e quale parte di una comunità scientifica di fronte a catastrofi umanitarie, tra cui la guerra?
Il convegno sarà l’opportunità di partecipare a uno stimolante momento di confronto tra generazioni, università, mondo della scuola e centri di ricerca, partendo dall’eredità di riflessioni femministe.
È online la bozza del programma
Sessioni e call for paper
Le sessioni in cui è organizzato il convegno sono:
Apertura: Scienza tra guerra e pace. Valori e responsabilità della comunità scientifica e delle donne di scienza
Guerre nuove e persistenti causano crisi energetica globale, migrazioni, isolamento e problemi devastanti per l’umanità, con ripercussioni che amplificano le disuguaglianze di genere. Le scelte governative attuali in alcuni casi mirano all’isolamento di stati e comunità scientifiche ritenute nemiche, in altri casi ignorano le contraddizioni ed il pericolo di “studiare e lavorare per la guerra” causando tensioni e divisioni negli atenei italiani e in altre parti del mondo. La comunità scientifica dovrebbe invece lavorare per trasformare le politiche di ricerca e innovazione in scelte che beneficino l’umanità, promuovendo vita, pace, libertà e cooperazione contro morte, odio, oppressione e isolamento. Come donne di scienza, appartenenti alla comunità scientifica e come individui, abbiamo la responsabilità di agire eticamente e di impegnarci attivamente per il bene comune.
In questa sessione, focalizzandoci sulle guerre, intendiamo riflettere sul nostro ruolo e sull’intersezione tra scienza e questioni socio-politiche e le responsabilità che ne derivano.
Sessione 1. Immaginario scientifico e STEM: cosa attrae e cosa respinge chi si avvicina alla scienza?
Sono passati ormai più di 30 anni dalla prima ricerca italiana “Immagini di cristallo” di Luisella Erlicher e Barbara Mapelli, incentrata sui significati della lontananza dai percorsi di formazione tecnico scientifiche da parte delle ragazze. Altre ricerche, negli anni, hanno individuato come focus del problema l’assenza di corrispondenza, per le ragazze, tra la percezione delle proprie capacità e desideri e passioni, e la percezione di particolari ambiti di studio conditi spesso da credenze, valori e regole condivise in quel settore.
Da allora alcune cose sono cambiate e altre sono rimaste quasi inalterate: le scienze e le tecnologie sono cambiate nei processi, nei metodi e nelle dinamiche interne, In alcuni settori scientifici le donne sono oramai tante, ma continuano essere poche in specifici corsi tecnologici tra cui quelli legati all’ICT.
Le domande intorno alle quali si articolerà la sessione sono le seguenti:
E’ cambiato il modo di proiettarsi nelle professioni di ragazze e ragazzi? Quali sono gli immaginari dominanti di questi settori tecnologici? Come si costruisce l’“identità disciplinare” nelle nostre scuole? Come vengono accompagnati gli alunni e le alunne nel passaggio dalla scuola secondaria di primo grado a quella di secondo grado e da questa all’università? Come e se vengono stimolate nelle ragazze competenza, riconoscimento di sè, e costruzione di appartenenza alla tecno/scienza?
Sessione 2. Ricerca e valutazione, carriere e precariato
Quali sono i valori che guidano la scienza in ottica di genere? Molte donne, e non solo, esprimono disagio nello stare nelle istituzioni scientifiche: dopo il precariato, la costruzione della carriera è un percorso arduo segnato da forte competizione e da un costante incoraggiamento a una produzione scientifica che sembra privilegiare la quantità alla qualità. E’ necessario rivedere gli attuali modelli di organizzazione, valutazione, e comunicazione del lavoro di ricerca, per renderli inclusivi e sostenibili. Obiettivo della sessione è mettere in luce le criticità e i passi che si stanno compiendo in questa direzione.
Sessione 3. Il tempo e i tempi della ricerca e della vita privata
L’attività di ricerca richiede molto tempo speso tra progettare esperimenti, analizzare dati, valutare e comunicare i risultati, studiare la letteratura, scrivere paper e proposal. Tempo che spesso è sottovalutato nella logica delle rendicontazioni dei progetti per ottenere finanziamenti e del “publish o perish” per l’avanzamento di carriera.
Inoltre, tra videocall, e-mail, social media e messaggi whatsapp il tempo necessario per concentrarsi senza interruzioni è sempre meno.
Il tempo lavorativo, infine, porta con sé una significativa diversità di genere sia perché le donne si portano nell’attività professionale il carico mentale della famiglia e del lavoro di cura sia perché spesso esse sono occupate in attività organizzative e di supporto alla ricerca, poco valorizzate, a discapito di attività premianti per la carriera più maschili.
In quest’ottica, il tempo diventa un valore da (ri)prendersi per fare una buona ricerca oltre che una necessità di conciliazione vita-lavoro.
È prevista inoltre una keynote su Genere ed Etica dell’AI.
Le sessioni in cui presentare contributi sono la 1, 2 e 3. Non è possibile inviare contributi per la sessione di apertura.
La call per sottomottere le proposte di paper e poster è scaduta il 30 ottobre. La notifica dell’accettazione dell’abstract sarà inviata entro il 15 novembre.
Si prevede la pubblicazione degli atti.
Iscrizione
È possibile iscriversi al convegno compilando questo form online
E’ richiesta una quota di partecipazione di 30 euro (20 euro se under 30) che può essere versata all’atto dell’iscrizione al Convegno con un bonifico intestato a Associazione Culturale Donne e Scienza
IBAN: IT 91 K 02008 05227 000104212529 con la causale Convegno annuale 2024.
Informazioni logistiche
Il convegno si terrà presso la Biblioteca Universitaria Via Balbi, 40 a Genova.
La cena sociale si terrà lunedì 9 dicembre presso il Ristorante Montallegro, facilmente raggiungibile con la Funicolare Zecca-Righi che parte da Largo Zecca ( pochi minuti a piedi dalla sede del convegno). Il costo di 40 euro a persona è a carico delle/dei partecipanti.
Comitato scientifico
Franca Albertini (IMEM-CNR , DS),Sveva Avveduto (IRPPS-CNR, DS), Silvana Badaloni (Università di Padova, DS), Michela Iebole (SPIN-CNR), Alessandra Lanotte (Nanotec-CNR-DS), Cristina Mangia (ISAC-CNR, DS), Lucia Martinelli (DS, EPWS president e EU W20 delegate), Mirella Orsi (IIF-BSS, DS), Sabrina Presto (ICMATE e Gender Equality Team-CNR, DS), Giulia Rossi (DIFI-UNIGE), Giuliana Rubbia (INGV, DS)
Comitato organizzativo
Sveva Avveduto (IRPPS-CNR, DS), Rita Bencivenga (DICCA-UNIGE), Alessandra Lanotte (Nanotec-CNR-DS), Lucia Martinelli (DS, EPWS president e EU W20 delegate), Sabrina Presto (ICMATE e Gender Equality Team-CNR, DS), Marina Putti (DIFI-UNIGE), Giulia Rossi (DIFI-UNIGE), Angela Celeste Taramasso (DICCA-UNIGE)