Siamo proprio sicuri che l’informatica sia sempre stata materia appannaggio degli uomini? Le storie di donne che qui raccontiamo – quelle di Ada Lovelace Byron, delle ragazze del frigorifero, e di Jean Sammet – vanno a confutare questa certezza: sono modelli a cui ispirarsi mentre il numero di ragazze che studiano informatica pare
essere in calo.
Un articolo a firma Chiara Bodei e Linda Pagli su Mondo Digitale, Rivista di cultura informatica edita da AICA, ripercorre la storia di alcune delle donne che hanno dato maggior contributo all’informatica, concludendo che non solo l’informatica abbia molto da offrire alle donne, ma che le donne stesse abbiano molto da dire e da regalare a questa scienza. Un campo che nessuno può abbandonare: le ricadute che la tecnologia ad essa connessa già ha e che sempre più acquisirà nei prossimi anni non è neutra e condizionerà grandemente la nostra vita. Gli algoritmi possono infatti incorporare più o meno inconsapevolmente discriminazioni rispetto al genere e alle minoranze.